Parco regionale di Montevecchia e della valle del Curone
Il Balestruccio

Parente stretto della Rondine è il Balestruccio (Delichon urbica ). Si differenzia dalla prima nelle dimensioni corporee: lunghezza circa 12,5 cm., minore apertura alare e peso tra i 14-22 gr. La colorazione del piumaggio è di un bel nero-bluastro tranne il groppone, il sopraccoda e le parti inferiori, che sono bianche. Vive in colonie a volte superiori alle 100 coppie, costruendo il nido all'esterno degli edifici senza mostrare alcuna preferenza per siti e tipologie particolari. Nidifica anche su grandi pareti rocciose sia in montagna che lungo le coste, comunque in luoghi non lontani dall'acqua.

La prima covata avviene all'inizio di maggio e vengono deposte 4/5 uova, in rari casi anche 6, che vengono covate da entrambi i genitori per 13/19 giorni. A volte dopo la seconda, avviene anche una terza covata estiva.

La permanenza nel nido dei piccoli è influenzata notevolmente dalla disponibilità di cibo che varia in funzione delle condizioni atmosferiche e dura mediamente dai 16 ai 22 giorni. Dopo l'involo vengono nutriti per almeno 15 gg. dai genitori. Il volo del Balestruccio è simile a quello della Rondine, ma più lento e con meno scivolate.
Si nutre esclusivamente in volo di quel "plancton aereo " costituito da ditteri, coleotteri, lepidotteri, ortotteri ed in particolare di afidi, che costituiscono non meno del 50% della sua dieta.
Il nido di Balestruccio è completamente chiuso, ad eccezione del foro di entrata e viene costruito sempre all'esterno degli edifici.
Balestruccio: imbeccata
Nelle due foto di nido qui riportate sono ben evidenziate le differenze costruttive tra le due specie:
il nido superiore, a coppa, è di Rondine mentre quello inferiore, chiuso sino al soffitto con l'ingresso a mezzaluna, è di Balestruccio.
L'uomo ha, involontariamente, ampliato le possibilità di nidificazione di Rondine e Balestruccio che oggi, infatti, non si riproducono quasi più in situazioni naturali ma solo, come vediamo anche dalle foto, in contesti antropizzati.
Avendo adottato questa strategia evolutiva ora, questi Irundinidi, dovranno adeguare velocemente le proprie tecniche costruttive e preferenze "abitative" al mutare delle abitazioni umane sia in termini di materiali che di architettura.