Parco regionale di Montevecchia e della valle del Curone
campagne di monitoraggio

Da diversi anni le Guardie Ecologiche Volontarie del Parco (alcune di esse in particolare) sono impegnate in periodici controlli di tutti i corsi d'acqua e sorgenti, dove le condizioni ambientali appaiono, almeno superficialmente, compatibili con la presenza e lo sviluppo del Gambero d'acqua dolce.
In alcune occasioni, questa attività di controllo, è stata supportata e accompagnata anche da esperti regionali nel settore.
Presso gli uffici del Parco è conservata una cartina idrica con evidenziati i corsi d'acqua dove, in seguito a questi controlli, è stata rilevata la presenza del gambero.
Dopo le ultime rilevazioni del 2008, le principali aree con presenza di gambero, all'interno del Parco, sono:
  • nella Valle del Curone, gli affluenti del torrente omonimo, dalle sorgenti fin poco oltre Cascina Valfredda
  • in Valle Santa Croce i due principali corsi d'acqua che si riuniscono a formare il torrente Molgoretta
  • il fontanile di Mirasole in comune di Lomagna

  • In tutti gli altri siti, dove un tempo era presente, nella campagna del 2008 il gambero non è più stato rilevato; in particolare va evidenziata la situazione del ruscello che scorre nella valletta tra Montevecchia (zona Calchera) e il nucleo Ostizza, un tempo ben popolato; i lavori di rifacimento della strada per Ostizza, assieme alla forte piena verificatasi qualche stagione fa ne hanno stravolto l'alveo; inoltre le acque non paiono più pulite ma intaccate da scarichi.
    Tracce di inquinamento sono state notate anche lungo il corso del torrente Lavandaia (zona Peschierone) e infatti, anche qui, il gambero, un tempo presente oggi è scomparso. Infine in un paio di ruscelli, affluenti del Curone, un tempo popolati, non sono stati più rilevati gamberi, ma qui non si sono notate le possibili cause, le acque, infatti, sono apparse adatte e la presenza di bioindicatori come tricotteri, effemerotteri e gamarridi, lo testimonia; quali siano state le cause, epidemia fungina o temporaneo inquinamento non è dato sapere.

    Durante i controlli è stato osservato che alcuni tratti di ruscelli apparivano fin troppo popolati da gamberi, per cui è nata l'idea di tentare un paio di ripopolamenti, spostando alcuni gamberi dai siti maggiormente affollati ad altri che, un tempo frequentati, non lo erano più.
    Interpellato un esperto nel settore per avere consigli e suggerimenti, sia sulla opportunità del ripopolamento sia sulle modalità migliori per effettuarlo, è stata chiesta al Parco l'autorizzazione ad intervenire.
    I suggerimenti avuti sono stati di:
    1. usare guanti di lattice per la raccolta degli esemplari
    2. calzare stivali preventivamente sterilizzati (lavati con antisettico)
    3. spostare gamberi all'interno dello stesso bacino (ovvero non spostare esemplari tra le valli)
    In due nottate di metà ottobre 2008 sono stati messi in atto i due ripopolamenti, prelevando, la prima notte, 30 gamberi (9 maschi e 21 femmine) e rilasciandoli lungo un alveo di circa 60m in 9 distinte pozze, la seconda notte, 10 maschi e 18 femmine rilasciandoli in un altro ruscello per un tratto di 65m in 10 punti diversi. I due siti di prelievo (come quelli di rilascio) sono stati scelti in zone non adiacenti.
    Nei prossimi anni, controllando i siti di rilascio, vedremo se il tentativo avrà avuto, o meno, successo.
    Qualche foto dell'attività di cattura e ripopolamento messa in atto dalle G.E.V. nel mese di ottobre 2008