FASI OPERATIVE
FASE 1: preparazione delle barriere
Agli
inizi del mese di febbraio, prima del potenziale avvio del processo migratorio,
si procede alla posa (previa comunicazione ai proprietari dei terreni),
lungo i bordi delle strade interessate, di barriere in polietilene, dell'altezza
di circa 60 centimetri, sorrette da tutori in ferro.
La funzione di queste barriere è quella di bloccare o comunque rallentare,
la marcia degli anfibi verso i siti riproduttivi, prima dell'attraversamento
delle strade. Nei punti di accesso ai terreni ( sentieri, rampe per mezzi
agricoli...), le barriere vengono lasciate aperte durante il giorno e richiuse
all'imbrunire.
La posa delle barriere in entrambe le località richiede un lavoro quantificabile
in circa 10 ore con un impegno medio di 10 persone (100 ore/persona).
|
|
FASE 2: raccolta degli Anfibi e loro censimento
Questa
fase comporta un controllo continuo, nottetempo, delle barriere, allo scopo
di catturare gli anfibi ivi bloccati. Una volta catturati, gli animali
vengono trasportati, con l'aiuto di secchi, nelle vicinanze del sito riproduttivo
dove vengono liberati, previo conteggio e classificazione.
E' in questa fase che si provvede alla campionatura di alcuni soggetti,
tramite la realizzazione di particolari misurazioni biometriche per gli
scopi già esposti in premessa. Questi campionamenti sono stati effettuati unicamente nel sito
di Sartirana e sono consistiti nel rilevamento dei seguenti dati:
peso
P = [gr.]
lunghezza del corpo SVL = [mm.]
larghezza del capo WHEAD = [mm.]
lunghezza del capo LHEAD = [mm.]
Si
tratta indubbiamente del lavoro più impegnativo perchè prolungato
nel tempo e perchè la migrazione degli Anfibi avviene principalmente,
nelle ore serali di giorni piovosi o particolarmente umidi, costringendo,
conseguentemente le GEV e gli altri volontari, ad operare in condizioni
"avverse".
|
|
nonostante notte e umidità alcune bimbe partecipano attivamente alla raccolta
|
FASE 3: rimozione delle barriere
Al
termine della migrazione si procede allo smontaggio e alla disinstallazione
delle barriere con recupero del materiale per l'anno successivo. La rimozione
delle barriere in entrambe le località richiede un lavoro quantificabile
in circa 20 ore/persona.
FASE 4: elaborazione dati
Tutti
i dati vengono elaborati in tabelle, grafici e trasmessi agli Enti di competenza
ed al coordinamento regionale del "Progetto Rospi Lombardia".
TECNICA COSTRUTTIVA DELLE BARRIERE
Con
queste poche righe si intende mettere a disposizione, a chiunque fosse
interessato, le tecniche costruttive delle barriere che le G.E.V. del Parco
del Curone e Montevecchia hanno elaborato in anni di esperienza.
Avendo
come obiettivo la costruzione di barriere efficienti ma nel contempo anche
semplici nel montaggio e nello smontaggio, la nostra tecnica si e' evoluta
negli anni raggiungendo i sottostanti risultati.
Parti costituenti la barriera
|
|
TUTORE e GRAFFA |
TELO |
Tutore
E' costituito da un tondino in ferro, del tipo usato in edilizia, della lunghezza
di circa 90 cm. Su una delle due sommità viene saldato ortogonalmente
uno spezzone di 5-6 cm dello stesso tondino. é su questo spezzone che trova appoggio la parte
sommitale del telo.
Graffa
E'
uno spezzone di ferro morbido, diametro di circa 4-5 mm, lunghezza circa
60 cm che viene piegato manualmente in modo da ottenere una "U" equilatera; il suo scopo è quello di tenere ancorato il telo al terreno in modo che non possa sollevarsi in conseguenza dell'effetto "vela" ad opera
del vento e lasciar filtrare gli animali.
Telo
E' un
nastro di polietilene di 100-110 cm di altezza dello spessore di 0.5 mm
Operazioni di montaggio della Barriera
Pulizia
del terreno dagli ostacoli piu' grossolani (sassi, rovi...)
Stesura
del telo sul terreno, lungo il tratto interessato alla barriera e infilzatura
nel terreno dei tutori per una profondità di circa 30 cm e
a circa 20 cm dal bordo telo; distanza tra i tutori circa 2 metri.
Sollevamento
del telo con ripiegamento di 10-15cm oltre lo spezzone sommitale del tutore
e successiva pinzatura multipla con comuni pinzatrici da ufficio. La pinzatura,
in alternativa al nastro adesivo, ormai abbandonato, garantisce una sufficiente
tesura del telo, buona resistenza allo strappo ma sopratutto una estrema
semplicità nello smontaggio.
| |
Ancoraggio
del telo al terreno mediante le graffe, in modo da renderlo il più
possibile aderente (le graffe, bucano il telo e vengono infilzate saldamente
nel terreno). L'ancoraggio al terreno è maggiormente garantito se
si usa l'accortezza, prima di infilare la graffa, di piegare i due lati
della "U" verso l'interno riducendo in tal modo la distanza tra i due estremi
e offrire conseguentemente una maggiore resistenza alla eventuale fuoriuscita
dal terreno.
Nota 1:
compatibilmente con la quantità di graffe a disposizione si
cerca di ridurre al minimo la distanza tra queste, in modo da garantire
il massimo dell'efficacia (10 - 20cm tra una graffa e l'altra).
Nota 2:
dove è possibile, in alternativa alle graffe, viene effettuato
un rincalzo con terra, alla base del telo.
Tutte le foto "tecniche"
sono state scattate durante l'installazione delle barriere nel comune di
Castello di Brianza (LC).
|