ANTINCENDIO BOSCHIVO
GLI INCENDI BOSCHIVI
La piaga degli incendi boschivi colpisce le regioni Alpine e Prealpine, a differenza del resto d'Italia, nei primi mesi dell'anno. In assenza di nevicate infatti il tipo di vegetazione di queste zone crea notevoli problemi di incendio proprio in questo periodo. Ed è proprio nei primi mesi dell'anno che la Regione Lombardia emana il decreto di elevata pericolosità per gli incendi boschivi. Si tratta di un documento contenente una serie di norme restrittive circa l'uso del fuoco in campagna. Durante tale decreto, infatti, non è possibile accendere fuochi e nei boschi è vietato fumare. E' in questo periodo che entrano in azione le Squadre Antincendio Boschivo, codificate come Squadre AIB. E' grazie all'operato dei volontari AIB che il Corpo Forestale dello Stato, responsabile delle operazione di spegnimento può far fronte all'emergenza: perchè l'incendio boschivo è un evento molto rischioso: guardate le immagini qui sopra e qui sotto, di Alessandro Albani, che riprendono un incendio serale a Mondonico di Olgiate Molgora (LC), e vi renderete conto della pericolosità di questo tipo di incendio, che percorre ettari ed ettari di territorio, se non vi è un rapido intervento di spegnimento da parte delle squadre.
IMMAGINI DEGLI INTERVENTI E DEI MEZZI
In queste bellissime immagini di Alessandro Albani, in alto è possibile vedere una panoramica dell'incendio di Mondonico di Olgiate Molgora (di cui sopra abbiamo pubblicato le fotografie notturne) mentre nella seconda immagine vediamo un volontario antincendio della squadra del Parco del Curone all'opera sullo stesso incendio: una visione dell'evento da fuori e da dentro lo stesso. Nell'immagine è evidente la dotazione individuale del volontario: la tuta in nomex antifiamma e munita di catarifrangenti assicura la visibilità del volontario sia di giorno che nel buio. Il volontario è poi completo di casco con visiera, maschera antigas (per evitare di inalare il fumo), ricetrasmittente per mantenere il contatto con le altre squadre e per il coordinamento delle operazioni di spegnimento. Tramite alcuni apparati, in dotazione ai capisquadra, è anche possibile comunicare direttamente con i piloti dei mezzi aerei che intervengono sull'incendio o con il Corpo Forestale dello Stato (responsabile delle operazioni di antincendio boschivo) e il centro regionale di coordinamento antincendio, che ha sede a Curno (Bergamo).
A queste, che sono le attrezzature individuali di ogni volontario, si aggiungono quelle della squadra: in questo caso il volontario porta sulle spalle un soffiatore a motore: un'apparecchiatura che generando getti d'aria molto potenti serve per soffocare le fiamme o per creare corridoi sgombri da foglie e materiale combustibile davanti al fronte di fiamme. Nell'immagine qui sopra (fotografia di Giovanni Zardoni), scattata durante una esercitazione della squadra a Lomagna, è visibile l'utilizzo del soffiatore per spegnere un incendio simulato con della paglia.
Recentemente la squadra si è dotata di un moderno modulo antincendio boschivo installato su un pick-up Mitsubishi L200 completo di verricello (nella fotografia qui sopra). Si tratta di una minibotte da 500 litri con due naspi ad alta pressione lunghi 100 metri. La botte può essere caricata sia pescando da corsi d'acqua che con l'ausilio di idranti e delle autobotti dei Vigili del Fuoco.
Nelle due immagini qui sopra (sempre di Alessandro Albani) vediamo invece degli spettacolari lanci da parte di un elicottero antincendio della Regione Lombardia. Gli elicotteri utilizzati negli anni Novanta con ottimi risultati nelle attività di antincendio sono stati i Lama (SA315B), velivoli da lavoro aereo, molto essenziali e agili, che possono trasportare un carico di circa otto quintali. Lo "storico" Lama è stato ormai superato da un nuovo velivolo più potente, l'Ecureil AS350B3 (cliccate qui per le caratteristiche tecniche degli elicotteri). Per l'antincendio boschivo gli elicotteri sono attrezzati con un particolare secchio, che si chiama "Bamby Buckett", che serve per pescare acqua da sorgenti naturali (laghi, fiumi), artificiali (invasi, piscine) o attrezzature di supporto (vasche di carico montate dalle squadre AIB) e per scaricarla sull'incendio. I vantaggi di questo dispositivi, oggi preferiti rispetto ai precedenti "secchi rigidi", sono legati al fatto che la "bamby" è facilmente ripiegabile e trasportabile dall'elicottero, una volta sganciata; inoltre questo dispositivo risulta maggiormente manovrabile e grazie all'abilità dei piloti si riescono a effettuare lanci d'acqua con effetti particolari a seconda delle caratteristiche dell'intervento. Riportiamo qui sotto l'immagine di un Ecureil che si rifornisce d'acqua sul fiume Adda a Brivio (intervento a Pontida del 31 marzo 2002, fotografia di Giovanni Zardoni) e presso una vasca antincendio allestita dalla squadra AIB del Parco (esercitazione a Sirtori del 22 gennaio 2006, fotografia di Graziano Crippa).
Negli ultimi anni si è attuato ancora un più diffuso impiego dei mezzi antincendio aerei nella lotta agli incendi boschivi. Oltre agli elicotteri presentati qui sopra si è iniziato l'utilizzo del sofisticato "Erikson Aircrane S64", un enorme elicottero che può portare fino a 9000 litri di acqua. Di fabbricazione americana, effettua il rifornimento anche da corsi d'acqua in hoovering grazie ad una sorta di "proboscide" capace di aspirare 9000 litri di acqua in meno di un minuto. A differenza dell'aereo Canadair può modulare i lanci, scaricando i 9000 litri di acqua in un lancio solo o in diversi lanci di poche centinaia di litri. E' munito anche di una lancia frontale per l'attacco orizzontale e preciso delle fiamme. Ne riportiamo qui sotto due immagini scattate durante un'esercitazione in Valle Imagna nel maggio 2004. Questo mezzo viene messo a disposizione dal C.O.A.U. del Dipartimento della Protezione Civile.
Oltre agli elicotteri si utilizzano poi gli aerei. Per la lotta diretta alle fiamme si utilizza normalmente il Canadair, messo a disposizione dal C.O.A.U. del Dipartimento della Protezione Civile (qui sotto in alto, immagine dal sito www.corpoforestale.it) mentre per la ricognizione del territorio si utilizzano dei Piper messi a disposizione della Regione Lombardia (qui sotto in basso, immagine dal sito del Govo Bergamo).